RETE CIVICA
ASSOCIAZIONI

 

SANTA CRISTINA IN PILLI

Chiesa Santa Cristina in PilliL'abitato di Santa Cristina in Pilli è raggiungibile dalla strada che porta a Carmignano. Il nome sembra riconducibile al toponimo pinus e ai suoi derivati pilli e pillo, discretamente diffusi in Toscana. E' dato supporre che si tratti del più antico nucleo abitato di Poggio a Calano. Infatti la chiesa di Santa Cristina in Pilli si trova menzionata per la prima volta in un rogito notarile del dicembre 1026. L'edificio attuale deve comunque la sua forma alle modifiche subite nel corso dei sec. XVII e XVIII. La Chiesa, tutta ben raccolta è preceduta da un porticato, nel cui pavimento si aprono due botole, che danno accesso ad un vecchio ossario sottostante l'edificio. Sul fianco esterno di destra si nota un bassorilievo in marmo di probabile derivazione romana, che dovrebbe essere stato collocato, insieme ad un'iscrizione in pietra serena, nel 1308. Sulla stessa parete, in prossimità del campanile, è murata una targa in pietra serena con l'iscrizione "A.D. 1718", che probabilmente fa riferimento ad una ristrutturazione del campanile stesso. All'interno, sulla sinistra, si trova la nicchia del fonte battesimale, affrescata dal pittore seanese Quinto Martini, ed un dipinto del 1652 di Annibale Niccolo che rappresenta il martirio di Cristina, sulla destra un affresco quattrocentesco raffigurante una Madonna con bambino e un trittico ligneo policromo cinquecentesco su cui sono dipinte scene della natività. Il pulpito e gli altari sono probabilmente delle aggiunte settecentesche. Il tutto è ben inserito in un articolato complesso edilizio di origine medievale che domina un paesaggio ancora ricco di suggestioni.

BONISTALLO E IL CERRETO

Chiesa di San Francesco a BonistalloLungo la strada per Bonistallo si incontra sulla destra il ricovero per anziani San Francesco, un tempo Villa Magra, già presente in una carta del '700 come Villa Maghera, e, più tardi, proprietà della marchesa Luisa Giaconi, che ne fece dono all'Istituto delle Suore Minime. Dopo essersi lasciati sulla sinistra uno degli ingressi del Barco Reale, si giunge alla chiesa di Bonistallo, il punto più panoramico del Poggio, come testimonia il nome latino: Bonum Stallum (ove " buono" è da intendersi anche in riferimento alla posizione strategica di questa propaggine nord del Montalbano, che domina l'intera piana tra Firenze e Pistola). Da qui, oltre ad avere una vista completa del paese, è possibile ammirare tutta la pianura fino a Firenze e alle colline che la circondano. Qui si trovava un tempo la chiesa di S. Maria a Bonistallo, antica parrocchiale del Poggio, ora adibita ad abitazioni. Si tratta di una costruzione risalente alla fine del '500 (l'edificio fu consacrato nell'anno 1600) di architettura tardo rinascimentale già tendente al barocco; ma una cappella "Sanctae Mariae de Bonistallo" si trova già menzionata nel XIII secolo. Quando nel 1922 fu istituita la nuova Parrocchia di Bonistallo (intitolata a San Francesco), nell'impossibilità di ripristinare l'antica chiesa di S. Maria, si ricorse all'adiacente oratorio settecentesco della Compagnia delle Stimmate, circondato da un luminoso ed equilibrato portico. Non distante da Bonistallo si trova uno dei luoghi più ricchi di memorie storiche del Poggio, la villa detta di Cerreto, oggi semplice villa di campagna, ma un tempo vero e proprio fortilizio, come testimoniano le due torri circolari superstiti e la sua posizione strategica, da cui si domina la strada tra Firenze e Pistola. E' stata avanzata l'ipotesi, non suffragata da prove certe, che in questo luogo sorgesse la fortezza chiamata Torrebecchi, espugnata nel 1325 da Castruccio Castracani nel tentativo di conquistare Carmignano. La leggenda vuole che le ville di Cerreto e Poggio a Caiano fossero unite da un passaggio segreto sotterraneo, che avrebbe favorito gli incontri clandestini fra i due celebri amanti, il granduca Francesco e la nobildonna veneziana Bianca Cappello, che trascorreva il periodo estivo proprio nella villa di Cerreto. Degli antichi fasti l'attuale Cerreto non conserva però alcunché.

IL BARCO REALE

Il parco del Barco Reale si estende per circa 14 ettari sulla collina di Bonistallo, sulla sinistra della SS. 66 venendo da Firenze. Esso è solo una piccola parte dell'originaria bandita di caccia medicea, che si estendeva in un'ampia zona del Montalbano e di cui restano ancora visibili nei dintorni tracce isolate, soprattutto tratti del muro di cinta e degli ingressi (il Barco era stato suddiviso nel XVIII sec. in dieci aree o "decimi", per consentirne una più razionale gestione). La bandita originaria, nata ufficialmente nel 1626 (anche se già Lorenzo aveva iniziato ad acquistare i terreni che ne facevano parte), comprendeva fattorie, poderi e anche la Villa Medicea La Ferdinanda di Artimino. Oltre ad essere riserva di caccia, essa costituiva un immenso patrimonio boschivo meticolosamente curato (l'istituzione dei "decimi" era legata ad un sistema di rotazione nel taglio delle querce). L'intero Barco era cinto da un muro strettamente sorvegliato da "birri" residenti nella tenuta; si trattava di un'opera di salvaguardia della bandita, ma anche di un'ostentazione di lusso e di potere da parte dei Medici. Il Barco (o meglio, ciò che ne resta) è un grande ed ombroso bosco, composto prevalentemente da lecci, roverelle e querce. Comunque sono presenti in esso esemplari di numerose specie di alberi, anche esotici, come cedri, acacie spinose, ecc. E' solcato da numerosi ed ombreggiati sentieri, alcuni dei quali carrozzabili. All'interno si trovano ancora gli edifìci delle stalle e della portineria, nonché costruzioni adibite ad altri usi, spesso in rovina.